Contest di Ottobre/Novembre: OOC Unchained
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Contest di Ottobre/Novembre: OOC Unchained

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    OOC
    Unchained



    La coerenza prima di tutto, non si transige.
    Coerenza con l'ambiente, coerenza con la storia, coerenza col proprio personaggio.
    Il sale del buon gioco è saper individuare i propri limiti e rispettarli fino in fondo: nessun timidone sarà mai un trascinatore in pista da ballo, nessun difensore della libertà uno spietato vendicatore.

    E se...
    E se il mondo si capovolgesse? Solo per una volta, se tutto potesse andare esattamente al contrario del previsto?

    Ecco l'occasione che aspettavate per rivoltare il vostro PG, rovesciarlo dall'interno e tirarne fuori il suo doppelgänger!
    L'unica in cui la regola è vietata e l'eccezione è legge!

    Individuate la situazione più controversa per il vostro PG, descrivetela brevemente all'inizio usando un [QUOTE] e scrivete un post in cui lo farete comportare quanto più distante possibile dal suo carattere, come in una vera role condotta in maniera pessima.
    Paurosi che diventano leader, impacciati sicuri di sé, assassini dal cuore d'oro: vogliamo vederle TUTTE, scatenatevi!

    Il post OOC con più voti alla scadenza del concorso farà guadagnare al PG 10 p.e.!
    (la partecipazione 5 pe)

    Scadenza: 17 Novembree incluso
    Votazioni: -18-20 Novembre


    Edited by Mintaka Al Hayes - 20/11/2017, 13:56
     
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    Da Regali Inaspettati
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    Johanna riceve in regalo il dono di Augustus Baker: un vestito per la cerimonia.
    Nel mondo IC, Johanna è profondamente irrigidita da quella situazione e l'avvicinamento con Augustus è qualcosa che la mette a disagio, perché teme e fugge da qualsiasi genere di legame.

    Questo è il post modificato in OOC.

    Johanna amava l'odore delle feste, i colori e i visi ridenti di quelle occasioni in cui, finalmente, il mondo dimenticava di essere in guerra e si concedeva il lusso della speranza e della libertà. Aveva recuperato un drink dai vassoi e si era adagiata di fianco un tavolo, sul muro, guardando sognante la pista da ballo. Se solo avesse avuto il coraggio di uscire da quella timidezza, se solo avesse avuto qualcuno con cui muovere i passi nella musica leggera e colorata della sala, per abbandonarsi a quella notte magica, lontana dai suoi doveri, dalla burocrazia e dalla lotta.
    Si sentiva libera in quel vestito, libera nella sua femminilità, libera dalla divisa tesa e fredda che doveva indossare al Ministero.
    Nel mentre qualcuno le aveva fatto cenni cordiali, e lei si era voltata sorridendo apertamente, calorosa e rassicurante, cercando di mostrarsi serena agli occhi di tutti.
    Nella folla fissava le coppie, gli auror, fino a soffermarsi su Grant e Amalia Harp, poco pià al centro e accennare un saluto discreto.
    Fu solo quando sentì dei passi che, con il calice ancora quasi pieno, dovette voltarsi e incontrare il volto di Augustus, e ancor prima aveva rabbrividito a quel tocco, tanto da irrigidirsi stranamente e aver timore di voltarsi, in un lieve imbarazzo verso gli occhi profondi dell'uomo.

    Johanna.

    Si sciolse qualcosa nel petto e sentì le gote arrossire, fece per parlare, ma la lingua non collaborò, non subito, incollata al palato secco che inumidì poco con un piccolo sorso al suo drink.
    Augustus aveva quel tono, quell'espressione, quegli occhi capaci di aprire la piccola crepa nella timidezza e riscaldarle il ventre e il collo.

    Oh... augustus.

    Johanna alzò il mento e lo guardò a fondo, e le labbra sottili e lucide tremarono per poi allungarsi in un sorriso prima appena accennato, poi più chiaro, grato, a tratti sognante.
    Quel regalo aveva con sé un significato più profondo, una liberazione dalle catene, un tentativo così galante di valorizzarla e non poteva non essergli grata per tutto quello che era riuscito a fare per lei che, spesso chiusa nel suo ufficio, nelle sue stanze, si sentiva fragile e fredda.
    Poggiò il calice su un vassoio che passava di là dopo un sorso un po' più lungo, mettendo le mani in grembo e chinando il mento in cerca di qualcosa di chiaro da dire.

    Non sai quanto ti sono grata.


    La voce spezzata tradì una certa emozione, e le poche parole racchiudevano qualcosa in più, qualcosa che non era in grado di dire.
    Per la prima volta dopo tanto, Johanna sentì il cuore accelerare, le palpebre aprirsi e schiuse le labbra per l'aparente fatica con la quale iniziò a respirare.

    Augustus.
    Io...


    Questa volta cercò il suo sguardo senza alcuna esitazione, incontrando i suoi occhi e trovandovi quel che aveva sempre cercato, in silenzio, quell'aura rassicurante, perduta nelle emozioni, quell'abbraccio necessario alla sua anima infreddolita.
    Gli occhi si spostarono sulle labbra dell'uomo, sperando non parlasse, non aggiungesse nulla.
    Le schiuse avvicinandosi e alzandosi solo poco sulle punte, fino a toccarle e chiudere le palpebre dopo un solo attimo in cui si era chiesta cosa stesse facendo, perché mai avesse avuto tale coraggio.
    Infine si abbandonò inspirando, persino gli angoli degli occhi si addolcirono e le mani cercarono il suo fianco, la sua schiena, la sua nuca, sprofondando nei capelli.
    Bramava sulla sua bocca, investita dal suo odore e l'emozione tremante si era disfatta fino al ventre che aveva iniziato a tremare leggermente, perché i fianchi bramavano come le labbra di essere cinti, stretti, protetti.
    Finalmente incontrava il suo sapore, spogliandosi di ogni discrezione, lì: di fronte a tutti.
    Accarezzò la lingua con la sua, le sue labbra, inclinando il viso da un lato per accogliere quell'accenno di passione, desiderando di scomparire da lì tutto d'un tratto, di rimanere da sola con lui per sentirlo più vicino, sempre più vicino.
     
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    Rivisitazione OOC degli ultimi post inviati ad Halloween 2028, QUI e QUI :D

    Rimproverare i ragazzini era come privare il più piccolo dei mocciosi delle caramelle che aveva guadagnato con tanta fatica: terribilmente appagante.
    Il potere e l'autorità del Ruolo da Responsabile erano perfetti per Mikal, lei che avrebbe fatto il bagno nuda nel sudore di tutti i suoi studenti se solo non avesse impuzzato la sua pelle candida e delicata, giusto per il gusto di dimostrare che poteva farlo.
    Mikal tornò al tavolo degli insegnanti ancheggiando, ma non cercò più lo sguardo di quel fessacchiotto del Preside. Piuttosto si soffermò sul Docente di Cura, l'unico idiota ad avere accolto con molto clamore lo stupido regalo di quegli indigeni. L'osservò quindi con sguardo disgustato, prendendo finalmente posto.
    Ma il disgusto si trasformò presto in tutt'altra espressione quando Alec effettuò un incantesimo di scambio sui suoi abiti, denudandosi d'un tratto. Le gote s'arrossarono all'improvviso, accompagnando i battiti veloci del cuore a quelli di una parte del corpo meno evidente. Lo scrutò da capo a piedi per istanti che sembrarono interminabili, mordendosi le labbra e solleticandole appena con la punta della lingua. Che gli studenti o la sciacquetta del Fuoco che si portava a letto l'osservassero non le importava affatto; avrebbe anzi dimostrato loro come si faceva a conquistare un uomo.
    Chi avrebbe mai sospettato che sotto quel fare da campagnolo si nascondesse un corpo così tanto definito, scolpito e fottutamente arrapante? Una strana voglia cominciò a solleticare Mikal nel profondo, lanciando una rapida occhiata alla collana che le era stata consegnata fino a qualche minuto prima. Ebbe l'istinto di indossarla, spogliandosi di tutti gli abiti che la tenevano prigioniera, invitando il Docente di Cura a mostrarle qualcosa sulle creature che tanto amava, o meglio, su una di esse. Si costrinse a mandare giù il groppo in gola trattenuto fino a quel momento per evitare che strani mugolii sfuggissero alla presa delle sue labbra prima del previsto.

    Professor Bànach.
    Se vuole fare l'indigeno, le conviene farlo fino in fondo...


    Incalzò con voce suadente, adagiando lo sguardo sul gioiellino che nascondeva sotto la gonnella senza alcun ritegno.

    Non faccia caso ai bambini: nessuno è nato vestito.

    Ma sapeva già che quella conversazione non avrebbe mai potuto concludersi nel modo sperato, trovandosi in mezzo a gente dalle vedute assai ristrette.
    Il resto della cena procedette così con tranquillità, anche se gli occhi non smettevano di cercare di tanto in tanto quel gran pezzo di figliolo del Guardiacaccia. Quell'uomo ispirava il più selvaggio dei coiti, tanto che Mikal aveva passato gli ultimi istanti ad immaginare cose che avrebbe sicuramente cercato di rendere realtà alla fine della cena.
    Ma avrebbe dovuto ricredersi presto.
    Aveva appena finito di mandare giù l'ultimo boccone, quando un freddo improvviso le gelò la pelle e la libidine. Si sentì ghiacciare dentro e fuori al pensiero che quel cambio d'atmosfera potesse portare con sé ciò che tutti avevano temuto quel giorno: il ritorno della Maledizione di Amestris.

    Che palle.

    Questo significava che di nuovo avrebbe dovuto scomodarsi per mettere al riparo le chiappette di quelle nullità degli studenti, che di nuovo avrebbe dovuto cercare la collaborazione di quegli sfigati dei suoi colleghi, che di nuovo avrebbe dovuto rischiare la sua stessa pelle per quella decisamente meno pregiata dei marmocchi.
    Quando quelli scomparvero gli occhi di Mikal si alzarono per aria, terribilmente annoiata da tutte le grane che quella nuova situazione avrebbe portato con sé.
    Ma la visione della Preside con annesse filastrocche e fantasmi impazziti, furono la goccia che fecero traboccare il vaso. Mikal si alzò dal suo posto con innaturale tranquillità, sculettando verso il centro della vuota sala.

    Sapete che vi dico?

    Si voltò solo per un istante puntando nuovamente gli occhi su quel bocconcino del Guardiacaccia, dal quale probabilmente non avrebbe potuto mai ricevere una visita guidata verso la fauna dell'Accademia. Un pensiero davvero triste, in effetti, ma non più dell'idea di doversi mettere a giocare a nascondino con gli studenti per l'ennesima volta: di manzi da cui ricevere carne, in ogni caso, ne avrebbe avuti a sufficienza. E se avere il potere significava dover pulire costantemente i culetti di quelle belve in miniatura, allora ne avrebbe fatto volentieri a meno.

    Andatevene tutti a fanculo.

    Così dicendo cominciò ad avanzare verso l'uscita con un sorriso trionfante sul volto, affatturando chiunque o qualunque cosa avesse provato a trattenerla all'interno di quella stanza un minuto di più.
     
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    Frozen Wiz
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    San Valentino 2029 - presupponendo che superiamo tutti vivi questo Halloween.
    Bellamy è ovviamente ancora solo come un cane, ma ha deciso di confessare comunque il suo amore alla ragazza che ha da sempre amato segretamente: Coral. Coral però è ancora impegnata con Thomas Nott, cosa che addolora nel profondo il giovane Prefetto del Fuoco.

    Il quattordici di febbraio era ormai diventato il giorno più odiato dal ragazzino irlandese, che riteneva ancora più maledetto del giorno di Halloween. Perlomeno in quest'ultimo giorno era il suo compleanno...per quanto riguardava San Valentino invece, be'...continuava a fare sempre più schifo ogni anno che passava. Non c'era niente da festeggiare per Bellamy in quel giorno, eppure tutti quanti all'interno dell'Accademia non sembravano dalla sua stessa opinione.
    Quell'anno sembrava che tutti avessero trovato la loro anima gemella con cui passare quella giornata all'insegna dell'amore, e nonostante la maggior parte del corpo studentesco fosse composto da bambini, sembravano tutti piuttosto avanti riguardo questo genere di cose.
    Bellamy non era di certo da considerarsi un ragazzino stupido, eppure riguardo l'argomento era un imbranato di prima categoria. Aspettava, aspettava, aspettava e continuava ad aspettare. Cosa? Che cosa aspettava? Che la ragazza dei suoi sogni lo notasse e si innamorasse di lui proprio come era successo a lui con lei. Ma questo sembrava non succedere mai, costringendo il Prefetto del Fuoco a vivere in un perenne sentimento di attesa e di angoscia.
    Ma chi era questa ragazza con la quale l’irlandese desiderava tanto poter passare il suo tempo a scherzare, a ridere, a parlare di cose stupide o anche di cose serie, questa ragazza che lo faceva impazzire per tante svariate ragioni? Poteva essere una ed una soltanto: l’esuberante e inarrestabile Coral Allen. Si era innamorato di lei fin dal loro primo incontro tra le vie di Diagon Alley, quando avevano a malapena dodici anni, e lo aveva sempre tenuto nascosto per paura di non essere ricambiato e di fare delle figuracce. Bellamy era un tipo insicuro e timido, perciò non avrebbe mai fatto la prima mossa finché non sarebbe stato sicuro di poter avere delle chance. Nel frattempo però soffriva, perché era ormai da parecchio tempo che Coral aveva trovato il suo fidanzato ideale, che non era di certo Bellamy. Quest’altro ragazzo era Thomas Nott, uno studente del Ghiaccio che il Prefetto del Fuoco stimava tantissimo ed invidiava sia per la sua bellezza che per il fatto di poter passare con Coral tutto il tempo che invece lui passava soltanto con i suoi libri.

    Quel giorno però non sarebbe stato un giorno normale. Bellamy aveva deciso.
    Aveva deciso di dichiararsi a Coral, non gli importava di cosa avrebbe pensato Thomas o di cosa avrebbe pensato la stessa Coral. Non ce la faceva più a tenersi tutto per sé, e alla fine non aveva niente da perdere. Tanto una dignità non ce l’aveva, tutti a scuola lo bullizzavano e lui si faceva mettere i piedi in testa da chiunque, incapace a rispondere anche alla più stupida delle prese in giro.

    Aveva preparato tutto nei minimi dettagli, anche se a lui non piaceva fare le cose in grande. Semplicemente, aveva trovato una rosa rossa nel sentiero che portava a Drayrdd, l’aveva colta e aveva subito pensato a Coral. Aveva solo quella, e da quella dipendeva tutto ciò la studentessa della Tempesta avrebbe pensato di lui.
    Bellamy aveva aspettato l’ora in pranzo per parlare con la ragazza, aspettandola fuori dalla Sala Grande con la rosa in mano. Nel frattempo al suo fianco passavano decine e decine di studenti che si tenevano per mano, si sbaciucchiavano e cose simili. Quando vide Coral avvicinarsi al grande portone, sentì il suo cuore cominciare ad accelerare come mai gli era successo in vita sua. Il suo volto divenne rosso quasi quanto la cravatta che portava al collo, del colore dominante della sua Casata, mentre la mano che teneva la rosa iniziò a tremargli. Per fortuna Coral era sola, non c’era Thomas con lei. Se ci fosse stato, di certo non avrebbe potuto dirle tutto tutto quello che si stava preparando da giorni e giorni. Ma all’improvviso si era già dimenticato tutto, e quando la studentessa della Tempesta fu a due passi da lui, trovò il coraggio di sorriderle e di invitarla a fermarsi un attimo, mentre il suo cuore stava per esplodere all’interno del suo petto.

    Coral...

    Inspirò profondamente, per poi rilasciare l’aria all’esterno del suo corpo e porgere alla ragazza la rosa che aveva colto per lei.

    Emh...

    Si era bloccato, non sapeva più cosa dire. Gli succedeva ogni qualvolta doveva parlare con una ragazza o comunque con qualcuno con cui non aveva troppa confidenza. O con qualcuno in generale. Provava imbarazzo, tantissimo imbarazzo, ed in quel momento avrebbe voluto sotterrarsi il più velocemente possibile sotto terra. Thomas sarebbe potuto arrivare da un momento all’altro, doveva sbrigarsi, aveva talmente tanta paura e allo stesso tempo stima di quel ragazzo che se se lo fosse ritrovato davanti non avrebbe davvero saputo cosa fare.

    Io...bhè. Oggi è S-san V-valentino, no? B-bhè, ecco…
    Volevo d-dirti che...tu e Thomas siete una coppia bellissima e vi auguro di poter stare insieme ancora per tanto tempo, ma...c’era una cosa che volevo dirti.


    Praticamente si stava dando la zappa sui piedi da solo, stava dicendo tante cose che tra di loro si contrastavano, come se non sapesse cosa pensare e da che lato stare.
    Ormai aveva sganciato la bomba, perciò non gli restava altro da fare che proseguire.

    T-tu...i-io...

    Iniziò a sudare freddo e a vedere tutto un po’ a macchie nere. Il viso dolce di Coral che tanto gli piaceva stava diventando un po’ come quello di una mucca. Non sapeva cosa gli stesse succedendo, ma di certo non si sentiva bene.

    Coral, è da quanto c-ci siamo incontrati che t-tu...mi piaci. M-mi piaci tanto. S-sei la mia ragazza ideale. Esuberante, logorroica, di origini babbane...hai tutto q-quello che la ragazza dei miei s-sogni dovrebbe avere. E sono davvero innamorato di t-te...

    Probabilmente non aveva nient’altro da dire, o forse sì, in ogni caso nessuno l’avrebbe mai saputo. Nessuno l’avrebbe mai saputo perché ad un certo punto, probabilmente per le troppe emozioni mai provate così intensamente in vita sua, probabilmente perché era proprio lui ad essere troppo emotivo e sensibile, il Prefetto del Fuoco svenne. Letteralmente, perse i sensi e cadde a terra come
    una pera cotta.

    Come sarebbe andata a finire? Nessuno avrebbe mai potuto né saperlo, né immaginarlo. Una cosa era certa: qualcuno avrebbe dovuto tirarlo su da terra il prima possibile, prima che qualche studente affamato lo schiacciasse senza nemmeno farci troppo caso.
     
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    Mikal Levischmiedt





    Congratulazioni, i nostri Pepy l'elfo & Tatchy l'elfo provvederanno quanto prima ad accreditarti la vincita!
    Prima di chiudere però, i complimenti vanno estesi a Johanna Cage e a Bellamy Octavian Murray, i quali ci hanno regalato delle chicche divetentissime!


    Mikal: 10 p.e. (vincita) + 5 p.e.(partecipazione) = 15 p.e.
    Johanna: 5 p.e. (partecipazione)
    Bellamy: 5 p.e. (partecipazione)
     
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